Nausea e vomito in gravidanza (NVP): realizzato il primo studio italiano
LA RICERCA
Nausea e vomito in gravidanza (NVP): realizzato il primo studio italiano
Purity, promosso da Italfarmaco, ha messo in luce la portata in Italia della NVP, un disturbo molto diffuso ma sottovalutato, che può comportare limitazioni della qualità della vita della gestante con conseguenze anche invalidanti
13 giugno 2024
a cura della Redazione
La nausea e il vomito colpiscono in totale il 66 per cento delle donne durante la gravidanza in Italia, e solo il 25 per cento delle interessate ha ricevuto un trattamento per contrastarne i sintomi. Questi i dati che emergono da “Purity”, il primo e unico studio multicentrico che ha indagato in modo approfondito la prevalenza di nausea e vomito in gravidanza (NVP) in un campione ampio e rappresentativo di donne italiane, nonché il suo impatto sulla qualità di vita, sull’attività lavorativa e sulla vita personale, oltre alla valutazione degli esiti neonatali e dello stato di salute della donna dopo il parto. A partire da questa ricerca, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) ha avviato un nuovo studio, il “Purity Extended”, per determinare la dimensione della NVP su un campione più ampio e l’evoluzione della NVP nel corso dei tre trimestri della gravidanza, i cui primi dati saranno pronti a ottobre.
Un problema a lungo sottovalutato
Quello della NVP è un problema molto comune ma sottovalutato e sottotrattato, benché possa compromettere molti aspetti della vita quotidiana della futura madre. Nausea e vomito gravidici sono sempre stati vissuti, nell’immaginario collettivo, come tipici delle prime fasi della gravidanza e in quanto tali destinati a scomparire con l’evolvere dell’epoca gestazionale. Gli studi più recenti su questa tematica hanno dimostrato che non è così. «Nella maggior parte dei casi la NVP si manifesta in maniera moderata, anche se la durata dei sintomi può superare il primo trimestre di gravidanza. Sebbene il disturbo più frequente sia la nausea, vi è un’alta percentuale, circa il 37 per cento dei casi, in cui alla nausea si associa anche il vomito», commenta Romolo Di Iorio, professore associato di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Roma Sapienza. «In una casistica più rara, circa il 4 per cento, troviamo inoltre donne in cui la NVP può peggiorare e diventare iperemesi gravidica, una condizione patologica che può portare anche al ricovero e che nei casi più gravi comporta rischi significativi sia per la donna che per il bambino».
«Ci siamo posti come obiettivo non solo quello di esaminare la gravità del disturbo e le possibili terapie, ma anche gli aspetti legati alla qualità di vita della gestante», commenta Irene Cetin, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Ostetricia del Policlinico di Milano. «In questo senso il professionista sanitario svolge un ruolo fondamentale per dare sollievo e fornire un aiuto concreto alla donna. In situazioni difficili o invalidanti si può infatti ricorrere a una terapia efficace e sicura che permetta di vivere a pieno i nove mesi della gravidanza, senza più limitazioni».
Lo studio
Purity, nato proprio per colmare il vuoto conoscitivo sulla NVP, ha coinvolto un campione omogeneo di 528 pazienti di tre strutture ospedaliere italiane: l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, il Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Alle donne coinvolte è stato somministrato un questionario in due fasi per valutare la prevalenza e la gravità della NVP, l’insorgenza e la durata dei sintomi, il loro trattamento e l’impatto sulla qualità della vita, la correlazione tra i sintomi della NVP in gravidanza e gli esiti neonatali, nonché lo stato di salute post-parto delle donne. Sulla base di una scala, utilizzata a livello internazionale, che ha valutato la gravità del disturbo (PUQE – Pregnancy-Unique Quantification of Emesis and Nausea), è emerso che 348 donne su 528 hanno sofferto di nausea e vomito in gravidanza nelle prime 22 settimane. Nello specifico i sintomi si sono presentati in forma lieve in 118 donne pari al 34 per cento dei casi, moderata in 217 donne pari al 62 per cento e grave in 13 donne pari al 4 per cento. L’indagine evidenzia che solo il 25 per cento delle donne coinvolte ha ricevuto un trattamento (farmacologico o non farmacologico) per contrastare i sintomi. Tra queste, la maggior parte delle intervistate, pari al 67,7 per cento, ha dichiarato di aver utilizzato l’associazione di doxilamina 10 mg e piridossina 10 mg.
L’impegno di Italfarmaco
«Lo studio Purity, da noi promosso – ha dichiarato Mario Mangrella, Direttore Medico Scientifico e degli Affari Regolatori di Italfarmaco – costituisce un esempio significativo del nostro impegno: lo sviluppo di soluzioni innovative e complete, mirate a migliorare la salute e il benessere delle donne in tutte le fasi della loro vita. La NVP può compromettere gravemente l’alimentazione materna e l’introito di componenti, quali vitamine e oligoelementi, essenziali per il corretto progresso della gestazione e per la salute e la crescita del bambino. Anche per questo – ha concluso Mangrella – è particolarmente importante saper gestire precocemente la NVP con i trattamenti appropriati. Siamo perciò particolarmente orgogliosi di aver introdotto in Italia l’associazione precostituita di doxilamina e piridossina, il primo trattamento farmacologico specificamente sviluppato e autorizzato per curare la nausea e il vomito in gravidanza».