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La telemedicina migliora l’assistenza territoriale

L'INTERVISTA

La telemedicina migliora l’assistenza territoriale

Un progetto tra Università di Brescia, ISS e Federfarma sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari mette in evidenza il valore del monitoraggio sul territorio da parte delle farmacie, per qualità e numero di prestazioni e per appropriatezza del consiglio. Ne parliamo con Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia

9 novembre 2023

di Claudio Buono

Al congresso nazionale di cardiologia “Cardio-Brixia”, tenutosi lo scorso settembre a Brescia, sono stati presentati i dati preliminari del progetto “Prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari”, nato dalla collaborazione tra Università di Brescia, Istituto superiore di sanità e Federfarma. Dell’iniziativa abbiamo parlato con Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia.

Dottoressa Mottinelli, com’è nato il progetto?

Mi consenta di affermare anzitutto che, con questa iniziativa, siamo stati in un certo senso gli antesignani di quella che sarebbe poi divenuta la farmacia dei servizi. Il progetto ha visto la luce a Brescia circa otto anni fa, da un incontro tra noi di Federfarma Brescia, la società HTN Virtual Hospital di Brescia (fondata dal cardiologo ospedaliero Fulvio Glisenti nell’ambito dello sviluppo di un progetto di ricerca di telecardiologia) e l’Università di Brescia. Un’idea che si è rivelata vincente, considerato che il nostro modello è stato esportato un po’ in tutta Italia.

Con quale obiettivo?

Sostanzialmente, come cita il titolo del progetto, si tratta di fare prevenzione di tipo sia primario sia secondario in farmacia. Ma il progetto nasce anche da un’esigenza legata al territorio, nel senso che più le farmacie sono dislocate in zone interne isolate e poco servite, come nel caso di quelle montane, più i residenti di queste comunità hanno difficoltà ad accedere ad alcuni servizi, tra cui quelli di monitoraggio del corretto funzionamento cardiovascolare, soprattutto a causa delle distanze che rendono difficoltosi, se non impossibili, gli spostamenti per raggiungere una struttura sanitaria organizzata. È quindi facilmente intuibile come le farmacie, e in particolare quelle dei piccoli centri, rappresentino un punto di riferimento e presìdi sanitari indispensabili e insostituibili, grazie anche alla loro capillare distribuzione sul territorio.

Quante farmacie hanno aderito al progetto e con quante prestazioni a oggi?

Sono più di 7.000 le farmacie, rurali incluse, distribuite sull’intero territorio nazionale che hanno aderito a questo progetto e che fanno parte del network nato proprio dalla collaborazione tra Federfarma e HTN Virtual Hospital. Le prestazioni sanitarie erogate dalla rete sono state più di un milione, tra cui holter pressori e cardiaci. E i dati di questo mese dicono che stiamo effettuando all’incirca 5.000 prestazioni al giorno: un dato che penso nessun altro centro riesca a eguagliare, anche grazie al fatto che il network usufruisce di un’unica piattaforma informatica condivisa, con uniformità di erogazione delle prestazioni, di raccolta dei dati sanitari e di dotazioni strumentali di tipo ospedaliero con un solo database.

Che cosa è emerso dai dati raccolti?

I dati evidenziano due elementi fondamentali: il primo è che in un momento in cui il Sistema sanitario nazionale è in difficoltà – basti vedere l’impennata che hanno subito le liste d’attesa soprattutto nel post Covid – noi riusciamo a fungere da elemento di decompressione di questa situazione. È vero che tutto ciò ha un costo, ma a conti fatti si tratta di una spesa sostenibile per il cittadino, equiparabile a quella un ticket sanitario. Il secondo elemento, non meno importante, riguarda l’appropriatezza delle indicazioni e dei consigli forniti in farmacia ai pazienti a seguito di anomalie significative rilevate nel corso delle varie prestazioni sanitarie erogate dalla rete Federfarma-HTN. In primis, l’invito a contattare il proprio medico curante o lo specialista per ulteriori valutazioni o approfondimenti diagnostici, se non addirittura l’invio al Pronto Soccorso. Una svolta decisiva, che evidenzia la crescente centralità del ruolo assunto dalla telemedicina in farmacia nell’ambito della prevenzione cardiovascolare.

Per concludere, quale contributo ritiene possa dare l’assistenza di prossimità nell’immediato futuro?

Credo che la nuova sfida che ci aspetta sia data dall’aumento dei pazienti cronici, un fenomeno legato anche al fatto che siamo sì un popolo longevo, ma che oggi convive con un elevato numero di patologie legate all’invecchiamento. L’obiettivo sarà perciò quello di essere sempre più al fianco della medicina di base, al fine di costruire un percorso calibrato per i malati cronici, dove anche il teleconsulto e la teleassistenza avranno un ruolo cruciale per un’adeguata gestione di questi pazienti.

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