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Italiani bocciati in prevenzione

L’INDAGINE

Italiani bocciati in prevenzione

Lo Stada Health Report 2023 presenta un quadro poco confortante sul rapporto con check-up e screening da parte dei nostri connazionali. Dovuto anche alle difficoltà economiche unite alla sempre minore fiducia nel Ssn, controbilanciate però dall’ottima relazione con la farmacia

2 novembre 2023

di Claudio Buono

È risaputo che la prevenzione svolge un ruolo fondamentale per la salvaguardia della salute, oltre a rappresentare un importante fattore di sostenibilità economica per il Sistema sanitario. Nonostante ciò, non per tutti gli italiani “prevenire è meglio che curare”. Secondo quanto emerge dall’ultima edizione dello Stada Health Report, un’ampia indagine on line condotta tra marzo e aprile 2023 da Human8, per conto del Gruppo Stada, su un campione rappresentativo di 32mila persone in 16 Paesi, Italia inclusa, più di 4 connazionali su 10 non si sottopongono ad alcuno screening preventivo. Ma quali sono gli ostacoli che impediscono una maggiore adesione ai controlli sanitari? Per il 29 per cento degli intervistati la causa principale è la mancanza di conoscenza degli esami da effettuare e di sensibilità sul tema, o la scarsa disponibilità economica. Il 18 per cento lamenta la mancanza di tempo e il 16 per cento sostiene di non avere bisogno di sottoporsi ad alcune attività di prevenzione.

Prevenzione: un quadro poco confortante 

Entrando nel dettaglio, il 42 per cento degli italiani — in particolare uomini e soggetti di età compresa tra i 18 e i 34 anni — non effettua nessun check up, mentre circa metà del campione intervistato (49 per cento) aderisce solo ad alcune attività di prevenzione. Tra i controlli medici più diffusi, le visite odontoiatriche (59 per cento) e gli esami del sangue (51 per cento). Percentuali più basse di adesione si registrano per quanto concerne gli screening per il tumore dell’intestino (30 per cento) e della pelle (26 per cento), mentre solo l’11 per cento si sottopone a gastroscopie.
Dall’indagine emergono alcune differenze di genere: le donne italiane risultano essere più propense a sottoporsi a visite ginecologiche (69 per cento) o a programmi di screening per il tumore alla mammella (66 per cento), mentre poco più di 4 uomini su 10 di età superiore ai 55 anni (42 per cento) partecipa a screening della prostata e solo il 9 per cento si sottopone a controlli per il tumore ai testicoli.

Salute mentale

Inaspettatamente, nonostante l’attuale contesto storico, il benessere mentale degli italiani è migliorato: il 70 per cento degli intervistati – principalmente uomini e over 55 — dichiara che la propria salute psichica è “buona” o “molto buona” (+10 per cento rispetto al 2022). Un trend in crescita che si riscontra anche negli altri Paesi coinvolti nella survey. Da notare, però, che rispetto agli uomini, il 64 per cento delle donne è significativamente meno propenso a valutare positivamente la propria attuale salute mentale. Pensando al futuro, il 63 per cento dei nostri connazionali ritiene che rimarrà invariata, mentre per il 18 per cento potrebbe persino migliorare. Viceversa, il 19 per cento afferma che potrebbe peggiorare.
Anche la qualità del sonno è migliorata: due italiani su tre (67 per cento) sostengono di riposare bene durante la notte (contro il 59 per cento del 2022).

Paure e preoccupazioni

Non mancano, comunque, le preoccupazioni – in primis la paura di perdere un familiare (63 per cento), le problematiche legate alla salute per il 61 per cento, con una percentuale marcatamente superiore nel caso delle donne (65 per cento) e degli ultra 55enni (64 per cento), o di carattere economico (50 per cento) — che solitamente sono discusse in privato, in famiglia o nella propria cerchia di amici (44 per cento, ma con una percentuale decisamente superiore nel caso delle donne e delle persone dai 18 ai 34 anni), anche se un italiano su quattro (24 per cento) preferisce non confidarsi con nessuno in merito alle proprie paure e preoccupazioni.

Ssn in crisi ma fiducia nella farmacia

Un altro topic analizzato dallo Stada Health Report è il livello di soddisfazione degli italiani
nei confronti del sistema sanitario. Come negli altri Stati, anche nel nostro Paese si registra un calo della fiducia dei cittadini, che passa dal 69 per cento nel 2021 al 51 per cento nel 2023, posizionando l’Italia al terz’ultimo posto, seguita solo da Serbia e Polonia. A preoccupare un nostro connazionale su tre — soprattutto donne e over 55 – è la difficolta di approvvigionamento dei farmaci.
Di contro, gli italiani sono tra i più fedeli in Europa alla farmacia (73 per cento) che viene vista come molto più di semplice dispensatrice di medicinali, tanto che molti apprezzerebbero un’estensione della gamma di servizi. In particolare, il 67 per cento sarebbe disposto a pagare per ricevere consigli su “argomenti tabù”, il 39 per cento vorrebbe poter ordinare on line appoggiandosi alla propria farmacia locale e il 40 per cento è favorevole alla vaccinazione presso tale presidio (con una percentuale del 40 per cento, di gran lunga superiore al 24 per cento della media europea). Infine, l’Italia rientra nella “top 3” per quanto riguarda l’uso della ricetta elettronica (76 per cento, contro una media europea del 45 per cento).
Sull’importanza della prevenzione, Salvatore Butti, General manager & Managing director di EG Stada Group, ha commentato: «Da anni ci impegniamo per sensibilizzare la collettività sostenendo giornate di screening in farmacia e supportando il “Tour della Salute”, l’evento itinerante che offre la possibilità di sottoporsi gratuitamente a consulti medici. È anche grazie a questi progetti di sostenibilità sociale che riusciamo a dare concretezza alla nostra purpose, “Caring for people’s health as a trusted partner”».

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