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La Pharmaceutical Care può essere ecosostenibile?

L'INIZIATIVA

La Pharmaceutical Care può essere ecosostenibile?

© sirinapa /it.123rf.com

Con il contributo di FuturPharma è stata finalmente definita una prima lista di categorie di attivi a forte rischio ambientale. Per la presidente dell’associazione Rossana Matera, il ruolo del farmacista come educatore e promotore di comportamenti corretti è fondamentale

2 febbraio 2023

di Rossella Gemma

«Antidolorifici, antimicrobici, antidepressivi, contraccettivi, antiparassitari, citotossici e mezzi di contrasto: sono queste le maggiori categorie di farmaci i cui princìpi attivi risultano maggiormente dannosi per l’ambiente». Rossana Matera, presidente di FuturPharma e membro del Cts Europeo, ci spiega il grande lavoro fatto in questi mesi dall’Associazione di farmacisti al Parlamento Europeo per regolarizzare e definire la lista di attivi a forte rischio ambientale.

«Ci siamo resi conto che, sebbene l’Ue nel 2019 si sia interessata a questa problematica, di fatto in Italia non si è mai trattato il tema in maniera strutturale. Abbiamo dunque presentato insieme all’eurodeputato Luisa Regimenti la lista di attivi, catalogati per Atc o per singolo principio attivo, che risultano più impattanti dal punto di vista ambientale se smaltiti in maniera errata o assunti e poi rilasciati nelle acque reflue in maniera inappropriata. Avere la possibilità di consultare questo elenco di attivi “a rischio ambientale” – continua la presidente di FuturPharma – permette di prendere coscienza del fenomeno e quindi arginarlo, cercando le modalità di intervento per prevenirlo».

Il rischio nei comportamenti inappropriati

Esistono tre vie principali attraverso le quali i principi attivi possono entrare in contatto con gli ecosistemi. Quella più comune riguarda il rilascio dei farmaci nell’ambiente attraverso le escrezioni di uomini e animali. Un principio attivo assunto per via orale viene rilasciato nell’ambiente con una percentuale variabile tra il 30 per cento e il 90 per cento. Lo smaltimento improprio dei farmaci è un’altra delle modalità attraverso cui i principi attivi possono introdursi, grazie a comportamenti non appropriati, nei sistemi di trattamento delle acque reflue che, generalmente, non sono progettati per rimuovere quel tipo di sostanze inquinanti.

L’introduzione e il rilascio negli ecosistemi dei principi attivi farmaceutici potrebbe essere, secondo alcuni studi, una delle cause nascoste della crisi globale della fauna selvatica. «Vari studi scientifici – continua Matera – hanno dimostrato come pesci maschi esposti a principi attivi di contraccettivi orali arrivati con le acque reflue nei mari e nei laghi, possono diventare femminilizzati a causa degli effetti dei farmaci sul sistema endocrino, compromettendo così la capacità della popolazione di riprodursi. In altri studi, è stato riscontrato che i pesci esposti a basse concentrazioni di alcuni antidepressivi cambiano il loro comportamento in modi che potrebbero influire sulla loro sopravvivenza».

Il contributo del farmacista

«Consolidare il ruolo del farmacista nel coniugare le tematiche di ecosostenibilità e Pharmaceutical Care è uno degli obiettivi della nostra associazione. FuturPharma – spiega ancora Matera – è consapevole dell’importanza del farmacista per il monitoraggio, la ricognizione e riconciliazione terapeutica, per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide per particolari pazienti, per prevenire errori commessi conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi e/o sigle o ancora con farmaci look-alike/sound-alike. E, anche, per monitorare la somministrazione di terapie farmacologiche in istituti di ricovero, RSA, RSSA, case di cura, istituti carcerari, dove insieme all’utilizzo di medicinali dovrebbe essere garantito anche il loro corretto smaltimento».

«Collaborando con le altre figure professionali sanitarie – conclude la presidentessa FuturPharma – il farmacista contribuire con formazione e campagne di sensibilizzazione alla riduzione al minimo del rilascio degli agenti inquinanti nell’ambiente. Sarà poi la politica a dover fare il passo successivo per raggiungere in tempi brevi i livelli massimi di planetary health».

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