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Enpaf: per i farmacisti una realtà rassicurante

LA PREVIDENZA

Enpaf: per i farmacisti una realtà rassicurante

© pabloavanzini/it.123rf.com

Mentre con Inps la spesa pensionistica è sotto controllo – nonostante le tendenze demografiche – ma il vero problema è rappresentato dalla spesa per l’assistenza, in Enpaf i conti confermano la solidità dell’ente, con una riserva legale a garantire massima sostenibilità

2 febbraio 2023

di Rossella Gemma

Il nostro Paese sta vivendo un processo di progressivo invecchiamento della popolazione che andrà via via peggiorando. Rispetto agli oltre 60 milioni di residenti odierni si prevede che, sulla base dello scenario mediano delle ultime previsioni demografiche effettuate dall’Istat, la popolazione possa scendere a 59,3 milioni entro il 2040 e a 53,8 milioni entro il 2065. La prevalente motivazione di tale tendenza è che, come ormai accade già da diversi anni, il volume complessivo delle nascite non riesce a compensare il volume dei decessi.

Quale sarà, dunque, la sostenibilità di un Paese che vedrà ulteriormente invecchiata la sua popolazione, visto che l’età media è destinata a crescere dagli attuali 45 anni a oltre 50 nel 2065?

Inps: assistiti vs pensionati

Sembra controintuitivo, ma sul fronte della spesa pensionistica l’andamento nel nostro Paese si conferma sostenibile. Dai dati del XXI Rapporto annuale 2022 dell’Inps emerge che i pensionati in Italia sono circa 16 milioni per circa 22 milioni di assegni pensionistici. L’importo lordo delle pensioni complessivamente erogate nel 2021 è di 312 miliardi di euro, in aumento di 1,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente, rappresentando il 17,6 per cento del Pil.

Tuttavia, il vero tallone d’Achille del sistema del welfare italiano è la spesa assistenziale, sempre più generosa e da distinguere dalla spesa pensionistica tout cour. Nel 2022 la spesa per assistenza sociale, che attinge dalla fiscalità generale, è aumentata di 18 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, con una crescita di circa 30 miliardi tra il 2019, ultimo anno pre-pandemia, e il 2021.

Un ente con solidità accertata

In questo macro contesto, se da un lato il sistema pensionistico e assistenziale del Paese soffre le criticità strutturali, dall’altro l’Enpaf risulta un ente previdenziale solido che adotta un sistema a prestazione definita, la cui entità è correlata alla contribuzione versata. L’Ente di previdenza e assistenza dei farmacisti ha chiuso il 2021 con un utile di 183,6 milioni di euro e con un patrimonio di quasi tre miliardi di euro che assicura continuità delle pensioni nel medio e lungo periodo. La riserva legale – che per legge deve assicurare il pagamento delle pensioni per almeno cinque anni in assenza di contributi – si attesta a 19,15 annualità, garantendo una sostenibilità ben superiore ai limiti richiesti dalla normativa. Il bilancio, inoltre, mostra che i ricavi per contributi si attestano a 265,9 milioni di euro, la spesa per pensioni è pari a 155,4 milioni di euro, quella per l’assistenza a 4 milioni, mentre per l’indennità di maternità si sono spesi nel 2021 360mila euro.

Per gli assicurati Enpaf il carico contributivo fisso risulta contenuto se confrontato con quanto versato, per esempio, all’Inps da un lavoratore dipendente. Inoltre, l’Enpaf prevede riduzioni contributive, anche per oltre il 90 per cento, per lavoratori dipendenti iscritti anche ad altre gestioni pensionistiche. Oltre a un contributo di solidarietà che garantisce l’accesso alle sole prestazioni assistenziali erogate dall’Ente. Tra queste anche tutte quelle afferenti al welfare così detto “integrato”, come l’assistenza sanitaria integrativa, long term care per la non autosufficienza, prestazioni di conciliazione vita lavoro e l’assicurazione temporanea caso morte. Forme di assistenza che vengono garantite a tutti gli iscritti, a prescindere dal contributo che versano e che sono a totale carico dell’Enpaf attraverso l’Emapi.

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