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La cosa più digitale? Tornare al banco

DIGITAL PHARMACY FORUM

La cosa più digitale? Tornare al banco

Le nuove tecnologie hanno un impatto concreto sulla gestione della farmacia, con riduzione di costi e incremento di margini. E restituiscono tempo per ricominciare a svolgere la professione di farmacista

17 novembre 2022

di Carlo Buonamico

A che punto è la farmacia territoriale italiana nell’innovare digitalmente il proprio modo di lavorare nel front office e nel retrobottega? E quanto è spinta la propensione all’uso del commercio digitale?

Marco Cossolo al Digital Pharmacy ForumAl Digital Pharmacy Forum dello scorso 10 novembre il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha evidenziato l’esigenza di avvicinare i titolari al modello di farmacia multicanale. Distinguendo bene tra informatizzazione e digitalizzazione. «Molto strutturata la prima sin dagli anni ‘80, soprattutto nel back office, e potenziata anche grazie alle iniziative condotte da Promofarma relativamente al magazzino e alla ricetta elettronica. Tanto resta ancora da fare nella digitalizzazione del rapporto con il paziente, soprattutto pensando ai social e alle app», ha indicato Cossolo. Spiegando la necessità di «superare il gap culturale che ostacola la comprensione delle implicazioni positive dell’applicazione del digitale in farmacia».

Annarosa Racca al Digital Pharmacy ForumCiononostante, i sindacati di categoria sono già da tempo impegnati per rendere quanto più strutturati possibili i servizi digitali offerti dalle farmacie del territorio. Come in Lombardia dove «stiamo cercando di convenzionare la telemedicina», ha ricordato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. Che ha anche posto l’accento sulla passione che pongono quotidianamente i farmacisti nel proprio lavoro, anche quando si parla di declinarlo al digitale. Cosa spesso fattibile anche «insieme alle aziende, farmaceutiche e non a quelle che erogano servizi per la farmacia».

I vantaggi rispetto agli altri retail

Enrico Girotti al Digital Pharmacy ForumL’importante è ridurre «la dicotomia tra punto vendita fisico e on line che ancora oggi interessa tutte le categorie di retail», ha avvertito Enrico Girotti di H-Farm Innovation. Perché si andrà inevitabilmente verso una maggiore integrazione tra questi due canali e «anche perché i consumatori non apprezzano questa distinzione». Ma in questo processo di digitalizzazione la farmacia può beneficiare di alcuni vantaggi significativi rispetto ad altri player del retail: «La prossimità alla propria clientela e la connessione con la tecnologia che è già presente in farmacia» da quando c’è l’uso del computer e che «entra in farmacia insieme agli smartphone dei propri clienti».

Incremento dei margini e riduzione dei costi

L’analisi della transizione digitale della farmacia di comunità si è estesa anche agli aspetti economico-finanziari, grazie all’intervento del duo Marcello Tarabusi-Giovanni Trombetta, commercialisti dello Studio Guandalini. Numerosi esempi portati all’attenzione dei presenti hanno evidenziato che «il valore dell’introduzione del digitale in farmacia non è dato tanto dall’apertura di un canale e-commerce. Che non rappresenta quindi la “svolta” per i titolari», ha segnalato Tarabusi. «Il vero valore è quello derivante dall’opportunità di risparmiare tempo grazie all’applicazione di soluzioni digitali per rendere più efficiente e meno oneroso il lavoro del farmacista». In altri termini, «investire in tecnologia riduce i costi», ha ricordato Trombetta, asserendo però come sia ancora insufficiente l’investimento delle farmacie su questa voce. Ma, soprattutto, i due commercialisti hanno sottolineato che risparmiare tempo significa liberare risorse del farmacista per tornare al banco a curare la relazione con il cliente: considerando gli indicatori medi di produttività del farmacista a banco (in termini di pezzi medi venduti all’ora e valore medio dello scontrino) si possono ipotizzare recuperi di marginalità molto rilevanti. Detto con uno slogan: «La cosa più digitale che potete fare in farmacia è tornare al banco!». Attenzione però: non tutti gli investimenti in digitale sortiscono gli stessi effetti benefici per il farmacista. Per esempio, «mentre la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione (Pa) rimane molto onerosa in termini di tempo, sia per il numero sia per la differenza di operazioni richieste a seconda della Pa a cui si deve fatturare, nel ciclo passivo sulle fatture elettroniche la riconciliazione degli ordini automatizzata permette di risparmiare molto tempo, circa quattro minuti a fattura. Quanto alle app, è ancora difficile valorizzare se portino o meno un vantaggio economico per la farmacia», avverte il commercialista. Anche se è indubbio l’effetto fidelizzazione.

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