Cosa si intende per disruptive innovation in farmacia?
UNA DOMANDA A...
Cosa si intende per disruptive innovation in farmacia?
«L’innovazione che si aspetta e che ancora non c’è, quella che cambia il paradigma del rapporto tra farmacia e cittadini, tra farmacia e sistema sanitario. La risposta phygital al cambiamento. E non può essere un atto individuale», ci dice Erika Mallarini, SDA Bocconi
10 novembre 2022
Ci sono tre forme di innovazione. L’innovazione incrementale, che aggiunge un servizio o un prodotto che comunque mantiene la propria funzionalità originaria: vi ricordate l’aggiunta del gioco “Snake” tra le funzioni del telefono cellulare Nokia? In farmacia corrisponde, per esempio, all’inserimento di una nuova linea di prodotti. L’innovazione breakthrough segna una svolta: lo smartphone (non più “telefono cellulare”) è usato per funzioni come “foto” o “map”, più che per telefonare. In farmacia è la vaccinazione: un atto medico che diventa patrimonio del farmacista e lo fa entrare in un altro “campionato”. Poi ci sono le innovazioni disruptive: un tablet non è né un telefono né un computer.
Alle discontinuità si risponde con innovazioni disruptive e la farmacia non ha ancora avuto il coraggio di adottarne. Essere disruptive vuol dire rispondere a un bisogno che senza quell’innovazione non può essere soddisfatto. Al paziente serve oggi più che mai un accompagnamento nel percorso diagnostico terapeutico. La risposta può essere solo phygital: contenuto è la competenza del farmacista; continuità e integrazione garantiti da strumenti digitali; prossimità grazie al luogo fisico della farmacia e ai suoi sistemi digitali di interazione (teleconsulenza e home delivery). Phygital Pharmaceutical Care: innovazione disruptive nella tradizione.