Lotta al fumo? Il counseling più efficace
IL WEBINAR
Lotta al fumo? Il counseling più efficace
Un webinar promosso dal progetto #nosmokeinfarmacia fa il punto sul ruolo del farmacista nel promuovere la cultura di smoking cessation e sulle strategie di approccio e consiglio più corrette
17 febbraio 2022
di Claudio Buono
Il fumo di tabacco rientra tra le cause principali legate all’insorgenza di patologie cronico degenerative e rappresenta il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. Nonostante le molte campagne dissuasive messe in campo su scala nazionale nel corso degli anni, nel 2021 si è registrato un incremento significativo della percentuale di fumatori e la pandemia ha indubbiamente segnato ulteriori problematiche nello scenario correlato al tabagismo.
Un’indagine condotta sui farmacisti per fotografare le attuali modalità di counseling e comunicazione impiegate nei confronti del cittadino che intende liberarsi dalla dipendenza ha portato alla definizione degli approcci e delle strategie più efficaci nella gestione di questi percorsi. Di questo si è parlato in occasione del webinar “#NOSMOKEINFARMACIA. Il ruolo del farmacista nei percorsi di smoking cessation”, realizzato con il contributo non condizionato di Philip Morris Italia.
Multiprofessionalità e counseling
L’educazione in ambito tabagico risulta oggi prioritaria per il farmacista che deve comunicare salute al cittadino. Gli esperti intervenuti concordano sull’importanza di attivare strategie di counseling con un confronto tra diverse figure sanitarie e professionali. È necessario, dunque, stabilire criteri standard per garantire un’adeguata formazione, che sia semplice e costantemente aggiornata, sulle diverse necessità e sui prodotti alternativi (trattamenti farmacologici, terapie nicotiniche sostitutive, supporto psicologico, prodotti elettronici senza combustione) che possono contribuire a guidare il cittadino nel cosiddetto percorso di smoking cessation.
Carolina Carosio, farmacista territoriale di Savona, ha messo in evidenza la funzione del farmacista sul territorio: «Raggiungendo tutta la popolazione, riesce a instaurare un rapporto di fiducia e veicolare informazioni corrette. Per questo motivo, un professionista opportunamente formato ha un ruolo chiave per la corretta presa in carico del paziente e l’implementazione di percorsi mirati e finalizzati alla cessazione del fumo, in collaborazione con altri attori». Carosio auspica dunque un’educazione sanitaria interprofessionale e un’opportuna condivisione di informazioni per promuovere un confronto attivo e funzionale.
Reti sinergiche
Da parte sua, Andrea Zanchè, medico di medicina generale della Asl Pescara, ritiene indispensabile la creazione di una rete sinergica e multiprofessionale attivabile in parallelo a progetti concreti: «Il ruolo del medico nella gestione delle problematiche legate all’abitudine al fumo deve essere contestualizzato in un lavoro multiprofessionale a cui partecipano infermieri, psicologi, farmacisti territoriali, personale amministrativo, con il supporto delle tecnologie digitali. L’approccio al fumatore – ha aggiunto – non deve basarsi soltanto su interventi di tipo farmacologico, ma dev’essere caratterizzato anche da un consapevole utilizzo del counseling e dall’implementazione cosciente e meditata dell’empatia nel rapporto tra medico e paziente. Per produrre risultati concreti, gli interventi non devono limitarsi ad azioni una tantum, magari relegate in iniziative di piazza, ma essere progettati come fattori costanti di aiuto e di sostegno al cittadino».
Ogni fumatore è diverso dagli altri
Martina Gangale, psicologa clinica dell’Università degli studi dell’Insubria, ha posto l’accento sugli elementi di counseling più efficaci: «Il consumo di tabacco influenza il comportamento del fumatore, per cui non è portato a smettere, soprattutto una volta che si è instaurata la dipendenza fisica. Diversi fattori individuali e sociali contribuiscono, in termini di difficoltà, al processo di dismissione dal fumo. Alcuni soggetti vivono il consumo di tabacco come una necessità che tuttavia non riescono a spiegare, mentre per altri il fumo rappresenta un modo per gestire lo stress e sentirsi più sicuri. I professionisti sanitari che tengono in considerazione tutte le variabili hanno maggiori possibilità di avvicinare il paziente alla cessazione dell’abitudine. Inoltre devono sempre considerare il tema della compassione e della care nel loro approccio al paziente, in qualità di persona con proprie emozioni e difficoltà individuali e soggettive. Ecco allora che il counseling dev’essere calato il più possibile nelle effettive necessità del singolo».