Febbraio 2022
EDITORIALE
Febbraio 2022
I cugini vincenti
Definisce i farmacisti i “cugini vincenti” Francesco Del Zotti, medico di medicina generale di Verona e direttore di Netaudit nella mail con cui ci ha inviato un articolo, pubblicato su un’autorevole rivista rivolta ai medici di medicina generale, in cui si contrappone l’iperattività dei farmacisti nell’ultimo periodo con le occasioni perse dai Mmg.
È innegabile infatti che, al di là degli attacchi strumentali di economisti amanti delle liberalizzazioni o di titolari di parafarmacie, l’“operazione tamponi” e quella delle vaccinazioni abbiano portato ai farmacisti, oltre a stanchezza e stress, un bel ritorno di immagine. Ci siete stati sempre, non vi siete tirati indietro, avete talvolta improvvisato, vi siete organizzati, chi più chi meno, e per il Governo avete rappresentato durante tutta la pandemia un partner affidabile e importante. Non è poca cosa.
“Nell’ultimo anno, in periodo Covid, le farmacie hanno gestito da protagoniste la mole dei tamponi rapidi – si legge nell’articolo – l’introduzione del loro risultato in piattaforme regionali, nonché, in alcune aree geografiche, le stesse vaccinazioni anti-Covid” (…). Quel che per certi versi è stato più che sorprendente è notare come negli ultimi mesi abbiamo avuto l’impressione che le farmacie private siano state più ricettive ai comandi regionali rispetto ai Mmg convenzionati. In effetti non poche volte i farmacisti sono stati attivi nell’apertura dei Fascicoli sanitari elettronici (…). Questa relativa sudditanza dal comando pubblico è stata resa più evidente per esempio nel ruolo attivo dei farmacisti nella stampa dei greenpass, compito che invece è stato criticato dalla dirigenza sindacale dei Mmg”.
Il dottor Del Zotti però si interroga se questa competizione tra le due professioni liberali sia foriera di altri successi per i farmacisti, a scapito dei Mmg, o possa introdurre un’instabilità rischiosa per entrambi: “Se le professioni dei Mmg e dei farmacisti non troveranno una nuova e più esplicita alleanza potrebbero essere entrambe preda di enti più grandi di noi. Mi riferisco per esempio ai grossi trust, che anche in Italia posseggono catene di farmacie e che stanno attirando anche nei loro spazi Mmg. Sono potentati che si alimentano di rapporti stretti con capitali finanziari di fondi stranieri. Né si può tacere la notizia per cui il gigante Amazon sta penetrando nel business della vendita dei farmaci…”.
Il gigante, fra l’altro, è recentemente finito nel mirino dei giornalisti di Report, che a gennaio hanno raccontato la storia di un titolare di parafarmacia di Napoli che vendeva su Amazon e al quale, dopo un mese di vendita di grossi volumi (con un canone di 39 euro mensile e una commissione del 15 per cento a prodotto) è stato inspiegabilmente bloccato l’account. Nonostante ricorsi su ricorsi a distanza di due anni l’account è ancora bloccato e il “gigante” non risponde più alle mail del farmacista. Scegliere partner del genere può dare insomma il miraggio dell’aumento delle vendite, ma è evidente che non si può condurre il gioco.
Dunque essere “cugini vincenti” può dare una certa soddisfazione al momento, ma senza alleanze, senza un progetto condiviso su quella che dovrà essere la medicina territoriale, senza una chiara e non sovrapponibile divisione dei compiti, le professioni liberali rischiano di essere fagocitate da un mercato sempre più aggressivo e ingovernabile. Al di là del contingente impegnativo dell’emergenza Covid, quindi, un’ampia riflessione non è più rimandabile.
LAURA BENFENATI
Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore