Digital Therapeutics pronte a decollare
L'INNOVAZIONE
Digital Therapeutics pronte a decollare
Le DTx sono software che vanno considerati come veri e propri farmaci. La loro approvazione risponde infatti a rigorosi protocolli di sperimentazione e studio come qualunque nuova terapia. Italia in ritardo: manca una normativa di riferimento
8 aprile 2021
di Maddalena Guiotto
Sono a tutti gli effetti farmaci, ma si scaricano come app sullo smartphone. Si chiamano terapie digitali (digital therapeutics, DTx) e rispetto alle app disponibili negli store on line queste «sono state studiate e sviluppate attraverso sperimentazioni cliniche controllate e randomizzate su esiti di salute misurabili, come per qualsiasi altro farmaco in commercio», spiega Eugenio Santoro dell’Istituto Mario Negri Irccs, membro del Comitato scientifico di Osservatorio terapie avanzate (Ota) e coautore di Terapie digitali, un’opportunità per l’Italia, numero speciale della rivista “Tendenze Nuove”. Sono «vere e proprie opzioni terapeutiche, già autorizzate in diversi Paesi, basate su tecnologie digitali in grado di gestire o trattare una determinata patologia», spiega Francesca Ceradini, direttore scientifico di Osservatorio terapie avanzate. «In queste terapie all’avanguardia, il principio attivo non è più la molecola, come nella farmacologia standard, o il gene e la cellula, come nelle terapie avanzate, ma un software».
La leva è la modifica del comportamento
Modificare il comportamento del paziente è la base su cui poggiano molte DTx. Anche se sono molte le aree mediche nelle quali ci sono DTx approvate e in sperimentazione, c’è una certa preponderanza nell’impiego della cura delle dipendenze e nelle malattie croniche, in particolare mentali e metaboliche. Attualmente sono autorizzate per la prescrizione da parte del medico per trattare condizioni come il diabete, sintomi di alcuni tipi di cancro, colon irritabile, dipendenza da fumo o droghe, mal di schiena, asma, deficit da attenzione (Adhd), insonnia e attacchi di panico.
Ancora poco diffuse, ma in grande crescita
Attualmente la modalità di somministrazione è quello della app, ma negli Stati Uniti è stato recentemente autorizzato il videogioco EndeavoRx come terapia digitale per il trattamento dell’Adhd nei bambini tra gli 8 e i 12 anni. Oggi l’America vanta il maggior numero di DTx approvate (12). La prima è stata ReSet (DTx per la dipendenza da stupefacenti), approvata dalla Food and drug administration (Fda) nel 2017. Nel panorama europeo, invece, il Paese più avanzato su questo fronte è la Germania, che ha nove DTx approvate, seguita dalla Francia con una e la Gran Bretagna con due. L’Italia mostra invece un ritardo digitale molto marcato: in mancanza di una normativa dedicata, nessuna DTx è stata ancora autorizzata. Il settore però è in crescita esponenziale. Su Medline sono indicizzati oltre 150 articoli, di cui 80 sono dell’ultimo anno. In base a dati presentati in un recente webcast di Sda Bocconi, il mercato della mHealth, a cui appartengono le DTx, è atteso in crescita dai 52,6 miliardi di dollari del 2019 a 300 miliardi nel 2025. Dato però sottostimato, perché è stato calcolato prima della pandemia da Covid, che ha accelerato il ricorso alla medicina a distanza (teleassistenza e telemedicina). Del resto solo nell’Apple Store, dal 2015 al 2020 è aumentato dell’80 per cento il numero delle app mediche scaricabili, escludendo quelle legate alla salute e al fitness. Con le normative giuste, il settore è pronto a decollare.