Riformare il Titolo V non serve
L’ATTUALITÀ
Riformare il Titolo V non serve
Il vero problema è la differenza di accesso ai servizi, non la diversità di modelli: è necessario investire e rafforzare la governance centrale. Se ne è discusso a una videoconferenza organizzata da Agenas
1 aprile 2021
di Claudio Buono
La salute non ha bisogno di riforme normative a livello costituzionale, semmai serve concentrarsi sul miglioramento dell’organizzazione dei servizi, che devono essere offerti in modo equo su tutto il territorio nazionale. Sono queste, in estrema sintesi, le riflessioni degli esperti del mondo della sanità e rappresentanti delle istituzioni che si sono confrontati di recente nel corso della videoconferenza “La riforma del Titolo V, effetti sulla sanità”, organizzata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Uno Stato più forte
Il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, dopo aver evidenziato l’importanza di fare il punto della situazione rispetto al rapporto tra Stato e Regioni in ambito sanitario, ha dichiarato che «tocca al ministero della Salute e alle sue agenzie (Iss, Aifa e Agenas) esercitare fino in fondo il ruolo di governo del sistema per la tutela della salute. Naturalmente ciò può accadere solo attraverso una fattiva collaborazione con le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano». Mario Bertolissi, ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Padova, ha chiamato in causa quelli che definisce “ostacoli strutturali”, affermando che «il vero problema non è quello dello Stato in contrapposizione con le Regioni: il punto è organizzazione e disorganizzazione». Sul tema ha espresso il suo parere anche Giovanni Bissoni, già presidente di Agenas ed ex assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna: «Il vero problema è la differenza di accesso ai servizi, non la diversità di modelli. La leale collaborazione istituzionale ha bisogno di un esercizio pieno e coerente: occorrono azioni incisive su ricerca, innovazione e formazione, nonché sviluppare forti strategie e un esercizio più chiaro delle funzioni, uno Stato più forte». Nel suo intervento, Stefano Lorusso, capo della Segreteria tecnica del ministro della Salute, ha asserito come, alla luce dell’esperienza pandemica, sia importante trovare un punto di equilibrio tra Stato e Regioni e rafforzare la governance centrale. Il tema della pandemia è stato ripreso anche da Renato Balduzzi, ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha sottolineato come, nel corso di questa, «abbiamo ben osservato la compresenza dei due livelli di tutela: la sanità alle Regioni e la salute alla Repubblica». Il relatore ha messo in luce anche la lungimiranza dei Costituenti di inserire il Servizio sanitario nazionale dentro una cornice unitaria che, ha detto, «consenta alla salute di essere tutelata dalla Repubblica, garantendo autonomia alla gestione regionale». Da parte sua Enrico Coscioni, presidente di Agenas, ha evidenziato come in più interventi sia stata ribadita l’importanza di evitare semplificazioni e di trattare la materia della riforma della Costituzione in ambito sanitario senza preconcetti e approssimazioni. «Sono dunque molto soddisfatto – ha aggiunto – che l’agenzia oggi abbia fatto cultura su questo argomento. La sfida del futuro è quella di creare una corretta presa in carico della cronicità e, dunque, di implementare un nuovo modello di assistenza territoriale. Agenas è impegnata in tutto ciò attraverso l’elaborazione di un sistema di monitoraggio più articolato che comprenda anche questo tipo di servizi».
Un processo di riorganizzazione
Alla tavola rotonda che ha fatto seguito agli interventi degli esperti sono intervenuti il senatore Vasco Errani, già presidente della Conferenza delle Regioni, per il quale «i problemi si affrontano con interventi organizzativi, che richiedono affiancamento e sostegno alle Regioni nell’ambito di un processo di riorganizzazione», e la presidente della Commissione XII Affari sociali della Camera Marialucia Lorefice che ha dichiarato: «Incontri come quello di oggi devono essere considerati un punto di partenza dalla politica. Diversi sono i disegni di legge depositati in Parlamento in merito a una riforma del Titolo V della Costituzione, ma ciò non basta per risolvere i problemi del nostro Sistema sanitario. La parola d’ordine deve essere “investimento”, perché solo se ci sono investimenti ci sono riforme e si superano i divari tra Regioni».