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Pagamenti digitali, crescita a doppia cifra

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Pagamenti digitali, crescita a doppia cifra

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Carte di pagamento e contactless crescono del 29 per cento sia on line sia nel canale fisico. Complice la pandemia, l’era post-Covid sarà contrassegnata da una maggiore distanza dal contante

18 marzo 2021

di Carlo Buonamico

Niente sarà come prima, nemmeno per quanto riguarda i pagamenti di beni e servizi. L’era post-Covid vedrà il consolidarsi dei trend iniziati durante il lockdown, che vedono il digitale farla da padrone per quanto riguarda la crescita relativa nel settore dei pagamenti. Nel 2020 un terzo delle transazioni italiane, circa 5,2 miliardi di operazioni – pari a 268 miliardi di euro – è stato cashless. Forme di pagamento che hanno fatto registrare una crescita del 29 per cento, soprattutto in virtù dell’uso di sistemi contactless e di strumenti quali smartphone o altri dispositivi wearable (indossabili) come gli smartwatch.
Si tratta di rilevazioni dell’Osservatorio “Innovative payments” del Politecnico di Milano, che evidenziano un vero e proprio cambio di paradigma dei consumatori italiani: impossibilitati a uscire di casa durante il lockdown e costretti a ridurre le occasioni di contatto con gli altri, ci siamo abituati a pagare attraverso sistemi digitali (contactless per definizione). A partire dallo smartphone che, prediletto per gli acquisti da remoto, è lo strumento attraverso cui transita il 51 per cento dell’e-commerce, per un valore di circa 15,5 miliardi di euro.

Fino a 50 euro senza contatto

Quella dell’aumento dei pagamenti digitali è una situazione che si registra tanto nel mondo dei cyberacquisti quanto nel canale fisico. Un incremento che potrebbe tramutarsi in trend, sostiene Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio: «Questa crescita, sostenuta dal sempre maggior numero di carte contactless in circolazione, potrà beneficiare in futuro anche della soglia di 50 euro introdotta dalla PSD2 [Payment Services Directive, EU 2015/2366, la direttiva europea che regolamenta i servizi di pagamento e i gestori dei servizi di pagamento all’interno della Ue, NdR] sotto la quale sarà possibile effettuare transazioni senza passare la propria carta all’operatore in cassa e senza dover toccare il Pos per digitare il Pin, e che per il momento è ancora in fase di rilascio per la maggior parte degli attori italiani».

Il viatico del cashback di Stato

A dare maggiore forza a questa modifica delle abitudini di pagamento degli italiani contribuiranno anche le misure messe in campo dal governo Conte-bis. Cashback e Lotteria degli scontrini pigiano sull’acceleratore delle transazioni digitali, secondo gli esperti dell’ateneo milanese. Queste discusse iniziative potrebbero dunque portare l’Italia a scalare la classifica dei Paesi europei in termini di transazioni procapite con carte di pagamento, che – secondo i dati della Banca centrale europea – nel 2019 ci vedeva al quart’ultimo posto, seguiti solo da Germania, Romania e Bulgaria. Con buona pace di quanto lo Stato spenderà per restituire ai cittadini i 150 euro a semestre, oltre ai 1.500 euro ai 100mila che effettueranno più transazioni digitali e ai premi della Lotteria degli scontrini. Cifre da capogiro, considerate nel loro complesso, la cui dimensione il rottamatore di governi Matteo Renzi ha sintetizzato in una battuta provocatoria: «Per il cashback l’Italia ha speso il doppio di quanto ha speso la Nasa in America per mandare Perservance su Marte». Nella speranza che, almeno, serva davvero a favorire un riequilibrio nel pagamento delle tasse a livello nazionale.

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